Commento critico di Paolo Levi
Il ventesimo secolo ha avuto numerose correnti d'arte, movimenti
che hanno avuto la capacità di rispecchiare appieno le
problematiche del proprio tempo.
Si pensava che con l'inizio del nuovo millenio (che si è aperto in
un palcoscenico dove il Caos non è così casuale) fosse terminata
l'era dell'artista engagé, il quale, nella propria individualità, era
portato a denunciare il male del mondo e a sventolare la bandiera
dell'arte come denuncia rispetto al negativo in cui quotidianamente
viviamo.
Questo è il caso di Luciano Trevisan, pittore assolutamente
originale, sia per ciò che riguarda l'espressività figurativa, sia per
la qualità del messaggio che tiene severamente conto, attraverso
una piacevole ed incantata allure poetica, della qualità della vita.
Egli è un affabulatore, un maestro della pittura contemporanea
quanto mai accattivante, che non intende assolutamente
nascondersi di fronte all'amarezza di questo mondo sottilmente
violento.
La sua denuncia utilizza l'espressività surreale, per intenderci
quella museale di Magritte e dei Surrealisti, che trasmutavano il
vero-amaro in una irrealtà dall'apparenza attendibile.
Luciano Trevisan è un artista severo, giudice del proprio tempo,
come nel passato lo furono i Profeti.
Egli denuncia, non con la parola, ma tramite l'immagine, il
degrado dell'ambiente e di una società descritta in chiave
archetipica.
C'è in questi lavori, una totale assenza di ciò che è stato Luciano
Trevisan in passato. Non dimentichiamo che egli è stato un
pubblicitario d'eccezione che ha operato su committenza,
rispettando sempre il pubblico dei fruitori.
In questi dipinti il "pubblicitario" rivela la sua vera anima di artista
che produce per sé, in chiave di monologo interiore, e per gli altri
che hanno bisogno di un messaggio dove ogni denuncia è
affrontata dall'artista con la sua responsabilità etica.
Le numerose immagini, nel loro sviluppo cronologico, sono lo
specchio di questo spirito profetico.
Come Pablo Picasso eseguì Guernica nel 1936 - una forte
denuncia delle atrocità naziste in Spagna - così ogni immagine di
Luciano Trevisan è l'allegoria del nostro esistere, dove ci
scopriamo nella nostra realtà di maschere. Dovremmo avere
il coraggio di ringraziare questo signore della tavolozza, il cui grido
pittorico corrisponde alla possibilità di salvarci grazie alla
consapevolezza che questo specchio ci rimanda.
Paolo Levi